Un trauma, la genetica, l’età, possono accelerare l’usura precoce della cartilagine che riveste il nostro ginocchio. E di qui la necessità di ricorrere al chirurgo ortopedico per rivestire il tessuto cartilagineo e quello osseo sottostante con una protesi di plastica o di metallo. E’ la protesi cosiddetta monocompartimentale, parziale del ginocchio. Un intervento diffusissimo, si stima oltre 600mila all’anno negli Usa, 70mila in Gran Bretagna, 45mila in Italia. Ma è probabile che il numero sia destinato ad aumentare per l’incremento dell’aspettativa di vita. L’usura la cartilagine inizialmente si può tentare di compensarla con varie tecniche, come la mosaicoplastica, una specie di trapianto, o stimolandola con integratori come la glucosamina, infiltrazioni di acido ialuronico per lubrificare e disinfiammare. Ma quando tutto risulta vano si pensa ad altro. Cosa spinge il chirurgo a decidere ed a consigliare al paziente come indispensabile la chirurgia protesica?
Spieghiamo tecnicamente cosa significa protesi monocompartimentale, quando e perché si sceglie questa soluzione, da quali materiali è costituita, e quanto tempo può durare?
Chi è il candidato ideale a questo tipo di intervento e con quale fascia di età? Perché è considerato mininvasivo? Quali sono i vantaggi?
Di questo e di altro ci parla nel Focus il dott. Donato Notarfrancesco, Resp. Ortopedia e Traumatologia C. Cura Salus Battipaglia
Il video è disponibile qui
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