La chirurgia dell’obesità è sempre più ‘gentile’
A Vietri sul Mare focus sui protocolli Erabs
(ANSA) – NAPOLI, 18 MAG – In principio era il protocollo
ERAS, Enhanced Recovery After Surgery (miglior recupero post
intervento chirurgico) rapidamente mutuato dai chirurghi
bariatrici che hanno aggiunto una B e lo hanno adottato a pieno
titolo. Oggi la nuova frontiera della chirurgia bariatrica si
chiama pertanto ERAbS: Enhanced Recovery After Bariatric
Surgery. Anche in chirurgia bariatrica, infatti, l’obiettivo è
far sì che il paziente abbia un trattamento chirurgico in piena
serenità, massima efficienza ed ottimo risultato, al fine di
tornare quanto prima alla sua quotidianità. Se ne parla al
meeting di Vietri Sul Mare dal titolo ERAbS: the way point. La
duegiorni si svolge al Lloyd’s Baia Hotel il 20 e 21 maggio ed è
presieduta da Ugo Bardi, membro del Comitato Scientifico SICOB,
Vincenzo Pilone, Tesoriere del Consiglio Direttivo SICOB e
Vincenzo Bottino, membro della SICOB e responsabile formazione
ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani).
Obiettivo dell’incontro è creare un focus sui protocolli ERAbS
considerando che in Italia le persone con obesità sono almeno 6
milioni, di cui 1 milione e 400mila affette da grande obesità.
Inoltre, le richieste di intervento e gli interventi eseguiti
sono aumentati in maniera esponenziale di anno in anno fino ad
arrivare al 2021, anno in cui ne sono stati realizzati in Italia
più di 20.000. Il percorso chirurgico “standardizzato” dei
protocolli ERAbS si basa sul criterio della mini-invasività
grazie alle più avanzate tecnologie ed è articolato in tre fasi
fondamentali che si sviluppano prima, durante e dopo
l’intervento: “La prima fase – afferma Marco Antonio Zappa,
Presidente SICOB – è quella preoperatoria, durante la quale il
paziente viene preparato dal punto di vista psicologico e
nutrizionale, perché partecipa a riunioni in cui gli si espone
tutto il percorso di cura. E’ scientificamente dimostrato che
questo coinvolgimento abbatte moltissimo il suo livello di ansia
per cui affronta questa parte del percorso con serenità ed in
modo collaborativo. Durante la seconda fase, quella
perioperatoria, l’intervento è eseguito con le tecniche più
avanzate: si parte dall’utilizzo di farmaci ed anestetici
facilmente smaltibili dall’organismo e sempre più biocompatibili
fino all’impiego delle più avanzate tecnologie laparoscopiche ad
alto impatto e con incisioni minime. Tutto questo nell’ ottica
di migliorare sempre più il recupero post-operatorio. Queste
caratteristiche fanno sì che già due ore dopo l’intervento i
pazienti riescano ad alzarsi, a camminare e a riprendere a bere
sino alla dimissione che nel 90% dei casi può avvenire già due
giorni dopo l’intervento, dopo aver effettuato le consuete
verifiche di dismissibilità. Queste ultime sono ben codificate e
standardizzate. La fase post-operatoria e il follow up
rappresentano la terza fase del protocollo: all’intervento
infatti deve seguire un cambio nello stile di vita e nel
rapporto con il cibo”.
Per arrivare a questi risultati eccellenti occorre un sistema
organizzativo e assistenziale in cui il chirurgo è senz’altro un
team leader: “Al tempo stesso – prosegue Vincenzo Pilone – il
chirurgo coordina ed intimamente collabora e condivide ogni step
con più specialisti: dall’ anestesista al dietista e allo
psicologo, passando per il fisioterapista e gli infermieri. La
chirurgia bariatrica del terzo millennio infatti è sempre più
tecnologica ed avanzata e quindi l’infermiere, sia di sala che
di reparto, deve essere in possesso di un continuo
aggiornamento professionale. A questo si aggiunge il loro
sempre maggior livello di integrazione nel team di cura del
paziente che è e resta al centro dell’ attenzione” .
L’attuazione standardizzata e routinaria dei protocolli ERAbS
dunque rappresenta un efficace e moderno “sistema” organizzato:
“Il nuovo protocollo – prosegue Ugo Bardi – eleva in maniera
importante la qualità di cura offerta grazie alla sinergia di
tutte le professionalità in campo, migliorando notevolmente gli
outcome precoci e a distanza attraverso il mantenimento del
follow up. Quest’ultimo infatti rappresenta l’anello di
“consolidamento” della cura erogata. Ancora una volta la
tecnologia ci supporta in maniera intelligente ed efficace
grazie al fiorire di numerose app in utilizzo che consentono
così di mantenere vivo il rapporto nel tempo tra il team ed il
paziente che non rimarrà mai solo”.
“A questo – conclude Vincenzo Bottino – si aggiunge il grande
vantaggio che una sanità cosi concepita e strutturata risulta
meno dispendiosa per il sistema sanitario così come dimostrato
in diversi studi di cui il più autorevole, pubblicato dall’
Alberta Institute di Montreal, sottolinea come ogni dollaro
investito in ERAS porti ad un risparmio di 3,80 dollari.
Possiamo così certamente concludere che i protocolli ERAbS
rappresentano un modello speciale di virtù assistenziale
perfettamente in linea anche con i pressanti modelli di spending
review”. (ANSA).
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18-MAG-22 11:41 NNNN